Cosa rovina le relazioni?
“Negli Yogasutra di Patanjali viene tradotto con il termine “yama” ciò che non si deve fare, che è pericoloso ma non solo, che è un danno oggettivo. Qui di seguito indico in maniera sintetica alcuni degli errori più gravi che dovremmo evitare di commettere in ambito relazionale.
Cos’è veleno per le nostre relazioni?
Proibito stravincere. Non insistete quando avete ragione in qualcosa, né fatelo pesare, perché questo incrina la relazione. Liberatevi dal bisogno di sentirvi dire: “Avevi ragione tu”. Se rimanete dipendenti da questi riconoscimenti, le vostre fragilità renderanno le vostre relazioni altrettanto fragili. Imparate ad essere assertivi nella relazione solo quando ce n’è reale bisogno, non per falso senso dell’onore o semplicemente per affermare il vostro punto di vista. Imparate a pazientare, ad ascoltare, a riflettere sulla prospettiva che l’altro vi suggerisce.
Non offendete. Ovviamente sta anche all’altro evitare di prendere ogni minimo pretesto per sentirsi offeso. Chi vive questa tendenza o disagio non è consapevole di averlo. Generalmente deriva da un senso di inferiorità o di colpa, spesso latenti. Senso di inferiorità e senso di colpa si stimolano e si amplificano a vicenda, o addirittura si generano l’uno con l’altro. Prima ancora di quel che una persona ha detto o fatto, dobbiamo interrogarci sulla motivazione che la muove e su come noi siamo predisposti ad accogliere quella parola o quel gesto.Prestate attenzione: non sempre le parole esprimono le reali intenzioni. A volte vengono pronunciate parole infelici quando invece non vi era la volontà di farlo. Non è affatto semplice essere sempre vacaspati, signori della parola. Dunque non vi fermate alla mera osservazione e valutazione delle parole. Andate più in profondità. Ci sono persone che talvolta parlano con termini inappropriati ma hanno buone intenzioni, e altre che parlano con termini appropriati ma hanno motivazioni dubbie. Siate coscienti che tutte le volte che arrecate un’offesa, indebolite la relazione, anche se il vostro interlocutore fa finta di nulla perché ha più criterio, stabilità e sobrietà di voi. La relazione comunque si indebolisce. Lo stesso vale, sul fronte opposto, tutte le volte che mettete in campo azioni positive, benefiche per l’altro: anche se l’altro non ne avesse piena coscienza o non si esprimesse al riguardo, comunque con quella parola o con quel gesto rafforzate la persona e la relazione che avete con lei.
Non ingannate, non tradite. Il tradimento destabilizza, come un terremoto, e la relazione crolla. Con persone con le quali condividiamo punti di vista e valori, il tradimento è ancora più cocente. E’ la peste delle relazioni. Tradire è come morire. Ma attenzione: esistono non solo i macro-tradimenti, ma anche i micro-tradimenti causati dalle piccole umane debolezze e imperfezioni. Sono non ricercati, non voluti, e in questi casi la persona generalmente si predispone subito a correggersi. Sapendo che così stanno le cose, non vi attaccate nevroticamente ad un piccolo tradimento per far saltare tutta la struttura della relazione. A volte le persone fanno cose senza quasi rendersene conto e senza esplicita volontà di nuocerci, perché ci sono vecchie tendenze che ancora imperano nel loro carattere. Abbiate pazienza, tolleranza, altrimenti come potrete sperare che anche gli altri abbiano lo stesso atteggiamento nei vostri confronti?
Non rendete le persone dipendenti da voi. Quando le persone hanno bisogno, si deve esser pronti ad offrire subito un aiuto pratico immediato. Ma attenzione: più vi calate nel pratico e trascurate l’aspetto pedagogico, meno la persona capisce e più in tempi brevi si dimentica dei traguardi raggiunti. Non si ricorda più perché aveva trovato sollievo e beneficio in quella circostanza in cui voi gli avevate detto certe cose, perché le vostre riflessioni non sono diventate farina del suo “sacco umano, culturale e spirituale”. Dobbiamo invece aiutare le persone a divenire medici di loro stesse, affinché nel momento del bisogno possano autonomamente attivare le comprensioni acquisite.
Non abbiate pretese. Tanti pretendono che gli altri si modellino subito ai loro desideri. Queste pretese uccidono la relazione ancor prima che essa germogli e fiorisca. Non abbiate la pretesa che gli altri siano perfetti. Siamo tutti in marcia verso la perfezione, con i nostri errori e debolezze da correggere. Abbiate la capacità di riconoscere i vostri difetti, ancor prima di aspettarvi questo dagli altri.
Non assecondate comportamenti viziosi. Per la coazione a ripetere, un certo tipo di azione ne porta un’altra dello stesso segno. Si può così entrare in un circuito a spirale di azioni virtuose che ci portano in alto, oppure in un circuito a spirale di azioni viziose che ci fanno precipitare. Dovreste fare di tutto per far sì che ogni ciclo in cui vi immettete sia virtuoso; imparate a riconoscere subito quali sono i cicli viziosi e non insistete ad alimentarli.
Non esercitate nessuna forma di violenza. Quella fisica è un’aggressione che lascia il segno sul corpo. Ma lascia un segno nella psiche anche una violenza verbale o una violenza di “silenzio”, perché anche il silenzio può essere aggressivo, irrispettoso e offensivo. Chiunque insista nell’esercitare un qualche tipo di forzatura nella relazione, sbaglia pesantemente e la rovina. Non lasciatevi prendere da fretta, impazienza, volontà di imporvi. L’imposizione è dinamite per le relazioni.
Non siate superficiali. Prima di vincolarvi a relazioni, cercate di studiare a fondo l’altro/a, non solo nelle sue espressioni esteriori ma soprattutto nella sua natura più celata e profonda, quella che affonda nell’inconscio, ovvero nei samskara, le memorie profonde che determinano le strutture portanti della personalità, e nelle vasana, le sue tendenze.
Marco Ferrini